Liceo classico: no, il problema non è il latino – Il Sole 24 Ore

Perché, non nascondiamocelo, la domanda degli studenti e delle loro famiglie non è di alzare l’asticella, ma di abbassarla sempre più, come in effetti diligentemente facciamo da almeno quattro decenni.È questo, il livello dell’asticella, che fa la differenza fra una buona scuola e una scuola mediocre. Ed è questo, la tenace volontà di tenerla bassa, il non-detto che accomuna buona parte delle innovazioni nella scuola e nell’università. 

http://mobile.ilsole24ore.com/solemobile/main/art/commenti-e-idee/2016-10-16/il-problema-e-difficolta-non-latino-112506.shtml?uuid=ADC45JdB&refresh_ce=1

Il mondo del parental control come percorso pedagogico

Parental Advisory

E’ possibile leggere qui   un mio articolo sul tema del parental control.

L’articolo analizza, come esempio, l’uso di Dinner Time,  un’app disponibile per Android ed IOS, che offre delle funzioni di parental control ben sviluppate che ci consentono di controllare, anche in remoto, l’utilizzo di un dispositivo affidato a minori. L’app offre molte funzionalità, è possibile:

  • impostare limiti di tempo per ogni applicazione,
  • mostrare in tempo reale (a patto che il dispositivo sia online) cosa accade su dispositivo controllato ad esempio quale app sta girando in quel momento;
  • decidere quali app sono consentite e quali, invece bloccate (in modo definitivo o in precise finestre temporali);
  • bloccare il telefono in un preciso arco temporale (momenti di studio o di riposo etc.)

e tanto altro ancora.

L’articolo prosegue con un’analisi delle caratteristiche tecniche di Dinner Time ma soprattutto con un’analisi della caratteristiche pedagogico/educative.

Lungi dall’essere un’app pensata per una forma di controllo/censura, l’uso migliore che si possa fare di Dinner Time è all’interno di un percorso di educazione consapevole all’uso della tecnologia, ovvero un percorso di media education.

Nell’articolo si analizzano sommariamente sistemi di parental control. Tali sistemi, però, hanno lo svantaggio secondario di far credere al genitore che il proprio figlio sia del tutto al sicuro e pertanto si assiste, in genere, ad una sorta di disimpegno da parte dell’adulto al controllo ed alla educazione ai nuovi media. L’adulto abdica dal proprio ruolo di guida facendosi forte di concetti infondati come quello di una mitica natività digitale delle nuove generazioni.

Il progetto che si vuole proporre è invece un affiancamento del genitore al bambino. Il percorso educativo che quindi è possibile intraprendere è quello di una disamina continua, con il bambino, del tipo di attività condotta con il proprio dispositivo, una valutazione di questa ed un mutuo accordo, in costante divenire, su come e su quando usare il dispositivo.

Si farà riflettere il bambino, per quanto possibile, sulla differenza tra applicazioni di diversa tipologia, qualità, complessità, valenza educativa, anche in relazione ai suoi fabbisogni scolastici e formativi in generale (hobby, interessi, passioni etc.). In questo modo si costruirà una capacità critica nei confronti di artefatti digitali cui dovrà confrontarsi negli anni a venire.

Il percorso sarà quello di far capire, pertanto, al giovane, che lo smarphone è uno strumento molto potente, in grado di farlo crescere intellettualmente, socialmente, culturalmente e che non ci può appiattire solo su alcune funzioni/app.

L’articolo è corredato anche da note a piè di pagina che rimandano a materiale di approfondimento .

Buona lettura.

 

 

 

Fake news ed educazione

…bisogna accettare due assunti: le uniche soluzioni percorribili sono di lungo periodo e culturali e come tali è necessario accettare un grave ritardo nell’affrontare la questione. La complessità dell’ambiente mediatico in cui ci troviamo impone strumenti culturali e di interpretazioni per decifrare il suo funzionamento. Se si vuole che quella discussione sulla qualità del giornalismo e dell’informazione si faccia, occorre spingere sulla formazione e sulla media literacy, la capacità di saper contestualizzare contenuti e fornitori di informazione.

Tutto questo percorso andava inaugurato anni fa, certamente, ma il contesto attuale ne sottolinea sempre di più l’urgenza. A sentirsi chiamati in causa devono certamente essere le scuole e le università,…

Come farla finita con le fake news? http://www.wired.it/attualita/media/2017/01/13/basta-fake-news/